Martin Scorsese per il suo nuovo film "The Departed" (appena uscito negli Usa e in Italia il 27 ottobre) ha voluto tre attori d'eccezione: Jack Nicholson, Leonardo di Caprio e Matt Damon. Un membro della malavita di Boston si infiltra nella polizia locale, ma anche un agente di polizia entra nella stessa banda. Il compito di entrambi è riferire ai loro superiori, ma quando uno viene a conoscenza dell'altro cercheranno di smascherarsi.
Dunque "The departed" strizza l'occhio ai poliziotti riservando scarsa indulgenza ai malviventi. E poi anche se il film è un adattamento del cinese "Internal affairs", la malavita che Scorsese ha voluto rappresentare sul grande schermo è quella di Boston: americana, ma con origini irlandese. Lo sceneggiatore William Monaham lo ha accontentato lavorando solo sulla traduzione inglese del copione originale senza vedere il film che, invece, per gli attori è stato un punto di partenza.
"Martin ha voluto che vedessimo l'originale - ha detto Di Caprio che con Scorsese aveva già lavorato nel 2002 in "Gangs of New York" e nel 2004 con "The aviator" - eppure abbiamo mantenuto le dovute distanze perché tutti sapevamo che la storia alla quale avremmo dovuto lavorare sarebbe stata molto differente".
Per vestire bene i panni del suo personaggio, un poliziotto, l'attore, nato a Los Angeles nel 1974, ha imparato a conoscere la parte oscura di Boston: "E' una città particolare in cui le persone sono sempre in contatto tra di loro, e un microcosmo fatto di fili interconnessi. In qualche modo tutti si conoscono e interagiscono".
Ma l'esperienza più significativa è aver lavorato con Jack Nicholson che nel film veste i panni del malvivente Frank Costello: "Non sapevo mai cosa aspettarmi sul set, è una forza della natura. Un giorno dovevo girare una scena con lui, ero seduto a un tavolo al quale Jack all'improvviso ha dato fuoco. Da quel momento la mia recitazione ha preso tutta un'altra piega perché mi aveva costretto a reagire alla furia di un maniaco. E' imprevedibile".
L'attore ha lavorato sul set solo per 25 giorni su 99 ma al film ha dato il suo tocco originale: "Volevo che la sua presenza fosse avvertita dal pubblico anche quando lui non era sul set. Jack doveva essere un personaggio onnipresente, una sorta di Dio che c'è anche se nessuno lo vede e così è stato".
Scorsese e Nicholson si conoscono da oltre trent'anni, ma non avevano mai lavorato insieme: "L'ho voluto a tutti i costi nel cast, avevo bisogno di un'icona per la mia storia e lui era perfetto".
Eppure qualche perplessità Scorsese l'ha avuta, almeno all'inizio: "Il fatto che ci fossero dei gangster e che si trattasse di un adattamento mi rendeva ansioso, ma e questo il genere che mi piace. Ho provato un po' tutti, ho perfino realizzato un musical New York, New York, però mi sento più a mio agio con questo tipo di storie. Forse perché sono cresciuto in una piccola comunita' italo-americana di New York che non esiste più".
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